La violenza contro le donne

La violenza maschile contro le donne è una forma di discriminazione basata sul sesso ed è riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani.

È «violenza contro le donne» ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà» (Art. 1 della Dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne)

LA VIOLENZA DI GENERE
La violenza contro le donne non solo ha dimensioni epidemiche ma è anche una delle forme più gravi e diffuse di violenza, per i costi sociali e le conseguenze che comporta  da un punto di vista materiale e della salute.
Come afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità la violenza contro le donne rappresenta un problema di salute pubblica che globalmente colpisce circa un terzo di tutte le donne. E’ la prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni, più delle malattie e degli incidenti stradali.
Riguarda maggiormente le donne che sono vittime di violenza da parte del loro partner attuale o passato.
La violenza di genere non fa distinzioni fra Paesi, culture, religioni, lingue, livelli socio economici, titoli di studio, età, colore della pelle.
Colpisce donne di tutto il mondo, di tutte le etnie, estrazioni sociali, livello di istruzione, religione perché la violenza di genere, soprattutto nelle relazioni intime è espressione del significato che hanno e hanno sempre avuto i ruoli di genere.
Violenza domestica: ogni forma di aggressione fisica, di violenza psicologica, morale, economica, sessuale o di persecuzione (stalking), attuata o tentata e che ha comportato o meno danno fisico, agita all’interno di una relazione intima presente o passata.
Violenza psicologica: comprende una serie di atteggiamenti intimidatori, minacciosi, vessatori e denigratori da parte del partner, nonché tattiche di isolamento messe in atto dallo stesso. Essa comprende: ricatti, insulti verbali, colpevolizzazioni pubbliche e private, ridicolizzazioni e svalutazioni continue, denigrazione e umiliazione pubblica e privata, rifiuto, isolamento, terrore, deprivazione, limitazione dell’espressione personale. In certi casi il maltrattamento psicologico è così pesante che si ha un vero e proprio «lavaggio del cervello».
Violenza fisica: comprende l’uso di qualsiasi atto volto a far male o a spaventare la vittima e nella maggior parte dei casi procura lesioni. In senso generale, per maltrattamento fisico si intende un danno fisico provocato non accidentalmente e con mezzi differenti (mani, piedi ed oggetti). Rientrano in questa categoria: schiaffi, calci, pugni, morsi, storcere un braccio, colpi alla testa, violenti scossoni, bruciature, strangolamento, soffocamento. L’aggressione fisica non riguarda solo  quei comportamenti che fisicamente ledono, ma s’intende anche ogni contatto fisico agito per spaventare e portare la donna in uno stato di soggezione e controllo da parte dell’agressore (pedinare, molestare e controllare continuamente ciò che fa la partner).
Violenza economica: riflette una serie di atteggiamenti volti essenzialmente a impedire che la partner diventi o possa diventare economicamente indipendente, al fine di poter esercitare su di essa un controllo indiretto, ma estremamente efficace.
Violenza sessuale: si intendono atteggiamenti legati alla sfera sessuale quali le molestie sessuali e l’aggressione sessuale agita con costrizione e minaccia, costrizione ad avere rapporti sessuali con terzi, a visionare materiale pornografico, a prostituirsi, costrizione ad agire o subire comportamenti sessuali non desiderati, perversi.
Lo Stalking è un insieme di comportamenti volti a controllare e limitare la libertà della persona messi in atto dal partner o ex partner e assume vere e proprie forme di persecuzione di cui sono vittime principalmente le donne. Stalking letteralmente significa “inseguire”, e definisce un complesso di comportamenti fra cui: comunicazioni insistenti e non volute attraverso il telefono, per posta, e-mail, sms, mms, messaggi lasciati sul parabrezza della macchina o davanti la porta di casa, seguire, spiare, sorvegliare l’abitazione o il posto di lavoro oppure azioni di tipo diretto tramite una vicinanza fisica in pubblico, o condotte non direttamente agite verso la perseguitata, ma volte a spaventarla e intimidirla.
Per violenza assistita intrafamiliare si intende l’esperire da parte della/del bambina/o e adolescente qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale, economica e atti persecutori (c.d. stalking) su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minorenni (Linee Guida Cismai).

 

Fonte: Baldry, Anna Costanza. Dai maltrattamenti all'omicidio. La valutazione del rischio di recidiva e dell'uxoricidio: La valutazione del rischio di recidiva e dell'uxoricidio. Franco Angeli, 2016.

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